Perché i dialoghi interdisciplinari su sicurezza, rischio e vulnerabilità? Il sociologo tedesco Ulrich Beck, nel 1986, pubblica un libro intitolato “La società del rischio”. Il volume esce nei mesi immediatamente successivi alla catastrofe di Chernobyl, ma non è un “instant book”. Al contrario, il libro è stato scritto dall’autore prima dell’incidente nucleare, e suggerisce un vero e proprio cambio di paradigma nel rapporto tra società, politica, scienza e natura.
La società del rischio è una società che è chiamata a fare i conti non più con pericoli naturali, ma con rischi prodotti dall’intervento umano, ovvero prodotti dal progresso scientifico e tecnologico. L’uomo interviene sull’ambiente trasformandolo e manipolandolo in maniera sempre più efficace, ma non è in grado di anticipare e controllare le possibili conseguenze non intenzionali delle sue azioni – i cosiddetti effetti collaterali. La gestione dei rischi si afferma, sempre più, al centro della politica. Al punto che, suggerisce il sociologo tedesco, i conflitti attorno alla definizione e alla distribuzione dei rischi diventeranno centrali quanto e più dei conflitti di natura redistribuiva.
A distanza di quasi quarant’anni dalla pubblicazione del volume il tema è quanto mai centrale. Si è detto che siamo entrati nell’era dell’antropocene. I confini tra società e natura si sfumano, e siamo chiamati ad affrontare crescenti rischi e vulnerabilità, in cui la dimensione naturale e quella sociale sono ormai inscindibili.
I dialoghi su sicurezza rischio e vulnerabilità
La rivista SocietàMutamentoPolitica ospita una sezione dedicata a questi temi, curata da Andrea Pirni, sociologo dei fenomeni politici che, presso il DISPI, Unige, insegna, tra l’altro, Sociologia politica e del rischio ambientale, ed è Presidente del Centro strategico di ateneo su Sicurezza, Rischio e Vulnerabilità. Obiettivo della pubblicazione è favorire il confronto. interdisciplinare. A partire dalla convinzione che per affrontare e dare risposte a queste sfide sia necessario un superamento dei confini e che ingegneri, fisici, biologi, sociologi, filosofi, ecc, dialoghino tra loro, per formulare risposte condivise.
Il contributo dei docenti di InfoEd
Il monografico Oltre le sociologie. Dialoghi interdisciplinari su sicurezza rischio e vulnerabilità è liberamente è consultabile online, e ospita, tra gli altri, un contributo di Luca Raffini e Federico Zuolo, entrambi docenti di InfoEd. Il primo, sociologo dei fenomeni politici, insegna Sociologia dell’opinione pubblica e comunicazione istituzionale. Il secondo, filosofo politico, insegna Analisi del linguaggio politico. Nel loro contributo, “L’ago della discordia. Scienza, politica e contestazione nel dibattito pubblico”, si interrogano sulle radici dei conflitti su questioni come l’obbligo vaccinale. L’ipotesi che sostengono è che non si tratti di espressioni di antiscientismo, ma del segno di una profonda erosione della fiducia nelle istituzioni, nonché della crisi della comunicazione pubblica. Il fascicolo contiene anche un’intervista a Marco Aime, docente di Antropologia della contemporaneità e coordinatore della LM Informazione ed Editoria, che propone una riflessione sull’importanza del dialogo interdisciplinare.