di Aurora Nina Allegra
Milano. Pirelli HangarBicocca in collaborazione con Kunsthal Charlottenborg di Copenaghen ha ospitato la prima mostra personale dedicata a Thao Nguyen Phan.
Classe 1987, l’artista vietnamita si forma come pittrice alla Ho Chi Minh City University of Fine Arts con specializzazione in cera lacca e prosegue gli studi a Singapore, al Lasalle College of the Arts.
Nel 2014 consegue il Master in Fine Arts alla School of the Art of Chicago, dove si cimenta con i video ed entra in contato con il cinema indipendente e sperimentale, che influenzerà profondamente il suo approccio alle immagini.
Reincarnation of Shadows
Il titolo della mostra ben rappresenta i suoi intenti comunicativi: trasformare lo spazio in un ambiente atemporale.
La narrazione delle opere filmiche realizzate da Phan è caratterizzata dal ritmo ciclico di suoni e immagini.
I video seguono uno sviluppo estemporaneo fluido, in un gioco di associazioni emotive tra racconto, suoni e relazioni tra attori non professionisti.
La mostra accoglie i visitatori in un potente mondo chimerico, tra disegni, pitture e video, immergendoli in un percorso che intreccia eventi storici, tradizioni popolari e narrazioni fiabesche.
La stessa autrice spiega come nel suo universo creativo nascano opere che oscillano tra realtà e finzione, prive sia di un punto di partenza sia di un punto di arrivo.
Aspiro a costruire un corpus di opere interconnesse tra loro, in cui la diversità di stili e materiali possa coesistere in una dimensione onirica di democratica utopia.
Diem Phung Thi
Tra le opere, un omaggio: sono inclusi ed esposti una serie di lavori dell’artista Diem Phung Thi (1920 – 2002), musa ispiratrice di Phan, considerata tra le maggiori scultrici moderniste vietnamite.
Le sue installazioni abbracciano un’ampia varietà di materiali: terracotta, pietra, metallo, legno e lacca. In mostra sono esposti diversi gruppi di sculture realizzati tra gli anni Settanta e Novanta che si intrecciano poeticamente con l’immaginario di Thao Nguyen Thi.
Ne scaturisce un dialogo intimo e profondo del quale i visitatori diventano, a loro insaputa, custodi.
Aurora Nina Allegra