di Thomas Cambiaso.
Tra musica e interviste
Si è svolta la scorsa settimana la seconda edizione della Cassini Festival Week, iniziativa organizzata e promossa dal Liceo “G.D. Cassini” di Sanremo con l’obiettivo di avvicinare sempre di più i ragazzi della città ad un possibile futuro nel campo della musica. Presente alla giornata inaugurale di lunedì 10 febbraio anche una delegazione della facoltà di Scienze Politiche (indirizzo Magistrale in Informazione ed Editoria) dell’Università di Genova, guidata dalla professoressa Stefania Mangano.

L’evento, rimasto attivo durante tutta la settimana del Festival con incontri giornalieri nella sede di Villa Magnolie, ha visto il suo punto di forza nella presenza di personalità di primissimo piano strettamente connesse alla realtà del Festival di Sanremo, tra giornalisti, addetti ai lavori e special guest.
Ospiti della giornata di apertura sono stati infatti Andrea Spinelli, uno dei più eminenti giornalisti musicali del panorama italiano, nonché attuale collaboratore del “Quotidiano Nazionale” e de “Il Mattino”, e il proprietario del Teatro Ariston Walter Vacchino.

Ad intervistare i due prestigiosi ospiti – a ulteriore dimostrazione delle finalità dell’evento – sono stati direttamente i ragazzi dell’ufficio stampa del Liceo Cassini, cui si sono poi alternati i colleghi dell’I.I.S. “G. Baruffi” di Ceva-Ormea, presenti in loco con una propria delegazione, e del Liceo “G. Galilei” di Potenza, connessi all’evento in via telematica.
Dal commento sul rock alla sala stampa di Sanremo, l’intervento di Andrea Spinelli
La prima intervista, quella ad Andrea Spinelli, ha inizialmente mirato a ripercorrere le tappe della ventennale carriera del giornalista musicale, il quale ha voluto piacevolmente ricordare quelli che nel suo cuore rappresentano i propri traguardi lavorativi più importanti. Su tutti le interviste realizzate ai quattro membri dei Pink Floyd e a Julio Iglesias, definito come l’artista che più di tutti è stato in grado di impressionarlo, grazie alla sua propensione a parlare non solo dei propri successi ma anche e soprattutto dei propri limiti.

Il tema centrale delle domande si è poi spostato sull’attuale situazione dell’industria musicale italiana e sul ruolo che il rock, grande passione di Spinelli, ricopre al suo interno. A questo proposito il giornalista ha voluto sottolineare le difficoltà, emerse negli ultimi anni, nello scouting di nuovi talenti, a causa della chiusura di molti locali in seguito alla pandemia da Covid-19.
Dal tono leggermente nostalgico invece il commento sul rock: “Questo genere ha avuto un ruolo importante per la mia generazione, negli anni ’70.
Dopo la vittoria a Sanremo dei Maneskin si poteva pensare ad un suo sviluppo, ma così non è stato. Ora è meno sentito.”
Per concludere, non potevano mancare alcune domande sul Festival di Sanremo, cui Spinelli prende parte da anni in veste di membro della sala stampa. Proprio la sala stampa è stato il focus del discorso: il giornalista ha voluto sottolinearne la crescita e i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi anni, per poi dare un’idea dell’importanza che questa riveste con un simpatico aneddoto riguardante Madonna. La celebre cantante americana infatti, ha rivelato durante un’intervista di ricordare molto più vividamente l’ambiente della sala stampa del Festival rispetto alla sua esperienza sul palco di Sanremo (1998).
Imparare dal Festival: le parole di Walter Vacchino
A quel punto, dopo un breve intermezzo musicale, la parola è passata a Walter Vacchino, proprietario dello storico Teatro Ariston di Sanremo, sede, ormai dal lontano 1977, dell’omonimo Festival.
Vacchino, incalzato dalle domande dei ragazzi del Liceo “G. Galilei” di Potenza, ha iniziato parlando del suo legame con il Teatro, da lui definito “come un figlio”, per poi ripercorrere alcune delle edizioni più memorabili, tra le quali spicca quella realizzata (senza pubblico) in piena pandemia nel 2021, dove, a detta di Vacchino, “vinse la volontà del fare, rispetto a quella del non fare”.

A seguire c’è stata occasione prima per una breve parentesi sul suo libro Ariston. La scatola magica, all’interno del quale si possono trovare aneddoti e storie mai raccontati sulle varie edizioni del Festival della canzone italiana, e poi per un commento sull’edizione di quest’anno, la cui caratteristica principale si può riassumere – secondo Vacchino – in “un’espressività più dolce, che accarezza di più l’anima“.
Per concludere, il proprietario dell’Ariston ha tenuto a lanciare un messaggio che esula dal mondo della musica, ma che vuole cercare di dare maggiore consapevolezza alle nuove generazioni su uno dei temi più discussi degli ultimi anni, quello del voto:
“L’affluenza alle urne il 2 giugno del 1946 fu di circa il 90%. Alle ultime elezioni regionali siamo arrivati al 52-54%. Perché nel momento più importante disertiamo il voto ma poi milioni di persone votano per delle canzonette? Perché votiamo per tante cose importanti ma dimentichiamo la più importante?
Impariamo dal Festival: bisogna dare una preferenza non solo sulle canzoni.“
Thomas Cambiaso